Nel 2016 il mio amico Albert Figurt (inafferrabile soqquadratore con cui, più o meno nello stesso periodo, produssi una delle peggiori canzoni di sempre) mi propose di vergare un contributo per il volume collettivo “MarcheCazzoVaiDicendo”, antologia letteraria-fumettistica-fotografica indagante gli aspetti più surreali e intransigenti della marchigianità: un divertissement che presero tutti comicamente sul serio, al punto che il libello sorvolò alcuni dei più rilevanti festival nazionali (“Crack!”, “Ratatà”, “Afa”, “Olé”, tra gli altri). Fedele all’ispirazione situazionista del lavoro, il mio testo (un fiaccante flusso di coscienza intitolato “Trapani” e impiastrato di getto dopo una notte agitata, invero nemmeno troppo riuscito) apparì dietro l’imperscrutabile pseudonimo “Gianluca Cuoco”. Dato che l’oscurità punge ma la luce del sole brucia, a volte venire allo scoperto è un dovere e un piacere…
poi ricominciarono quei cazzo di trapani e io continuavo a
rigirarmi come un talpa strafatta in una marmellata vischiosa di
ossa doloranti con la serotonina che ancora giocava a nascondino e
gli occhi incrostati di merda manco avessi due carapaci di
tartaruga al posto delle palpebre e mi sentivo putrefatto come il
cadavere di un testimone scomodo dimenticato in qualche cassonetto
di periferia e non c’era verso di capire dove iniziavo e dove
finivo e dove iniziava e dove finiva e mi sembrava che ad ogni
movimento un’insalata di vermi velenosi venisse vomitata a spruzzo
da ogni mio orifizio libero e intanto pensavo che bisogna davvero
essere dei luridi senza speranza per sognare una gricia anziché un
tuffo in piscina in un momento così cosmicamente sgraziato ma
soprattutto pensavo ancora a quella stronza ai suoi denti marci
alla sua pelle devastata al suo maglione pulcioso e mi figuravo
quella scia di caffè bruciacchiato che non ho ancora capito se mi
disgusta o mi arrapa sono viola come Pro Tools mentre quei
maledetti trapani mi scavano un tunnel arrugginito tra le tempie e
per distrarsi uno inizia a pensare cose tipo se sui polsi è più
carino tatuarsi i Black Flag o i Germs grasso correre tra i
fagiani quanto tempo conviene rimanere nello stesso appartamento
con le stesse persone sbrodolando BRUCIAAAA una montagna di spesa
dovrò fare catrame e gli occhi si squagliano e gocciolano fuori
dalle i trapani picchiano come dei bastardi metallo in Friuli non
si sono ancora mai una schiuma che mi ci tuffo vetro la verità è
che le anfetamine non mi sono mai davvero piaciute mattoni quella
gente non la sopporto ma di giocare a fare il recluso a nemmeno
ventisette anni solo perché fa generazionale proprio pelle il mio
amico sta male di brutto quella macchia è Jarman o è Monteiro no è
De Kooning sole il mio cazzo moscio sto pezzo non esce e se mi
trasferissi in PER QUALE CAZZO DI MOTIVO NON RISPONDI asfalto
potrebbe arrivare da un momento all’altro quanto è bella si
incazzerà devo trovare un fa freddo in Ontario e rieccoli i
trapani come bambini deficienti piccante tutta colpa mia colpa di
non ci siamo non fritto diaframma si ingrossa quella robaccia che
scrissi se vuoi siti non più mio padre domani l’oro mi dà la
scossa ma perché dovrei te lo mando e la paura di soggettiva
niente non succede niente non è niente non fa niente rimane niente
di niente marmo i trapani isterici proprio ok