
Se c’è un video che associo all’idea di “fine del sogno” è questo qua.
Un lucore sovrannaturale ad avvolgere lo studio televisivo (la cornice musicale d’epoca per eccellenza) in cui si materializza come un’apparizione questa fata sorridente, con la sua mise fiabesca e i suoi occhi al cielo: tanta innocenza spazzata via, 30 anni fa quasi esatti, dalla terribile agonia di Karen, la più inaccettabile delle condanne. È un turbamento profondo, più che una lieve malinconia, ad aleggiare in queste immagini iconiche.
Una cosa è certa: solo Bacharach, massimo genio melodico del ‘900, maestro dei sentimenti semplici che sono sempre i più complessi, poteva fornire le note d’accompagnamento.

(Sussiste un unico dubbio: era più sublime Karen quando suonava la batteria o Burt quanto suonava il piano?)