[Ascolti] They Might Be Giants – I Like Fun (Idlewild, 2018)

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Proprio non ne vogliono sapere di mollare la presa i due John più pazzi d’America. Complici un affiatamento inossidabile, un’etichetta di proprietà e uno zoccolo di seguaci che nemmeno i Grateful Dead degli anni d’oro, la loro inquietante prolificità continua a sfogarsi senza argini in sortite come minimo biennali, tutte con tracklist esuberanti fino all’orlo. Non contenti, dal 2015 hanno pure riattivato il servizio on demand “Dial-A-Song”, la mitica segreteria spara-canzoncine che tanto ha contribuito a consolidare il loro culto.
Una tigna stacanovista degna dei bambinoni testardi che sono sempre stati, che potevano davvero “diventare giganti” ma hanno preferito disperdersi nei mille rivoli della loro isteria creativa. Niente male, per un progetto partito quasi per scherzo e considerato troppo stravagante per durare più di un paio di album! La domanda sorge spontanea: cosa li porta a produrre musica in maniera tanto compulsiva? Uno sfoggio narcisistico del loro (indiscutibile) talento melodico? Qualche scommessa di gioventù non ancora riscossa? Un bilancio uscite-entrate perennemente in rosso?

La risposta più verosimile è nel titolo di questo ventesimo lavoro: se i They Might Be Giants continuano nonostante tutto a divertire è proprio perché sono i primi a divertirsi, con la spensieratezza di due compagni di giochi che incidono ormai solo per diletto.
Ovvio, non parliamo degli stessi freak demenziali (ma tutt’altro che incolti) che fecero innamorare le college radio di metà anni 80: sebbene facciano ancora quasi tutto da soli, la sgangherata amatorialità con cui riuscivano a fagocitare e miniaturizzare qualsiasi cosa volessero ha da tempo ceduto il passo a un power-pop tanto onesto quanto routinario, come se a forza di zappare la musica di consumo ne fossero rimasti ipnotizzati. Tuttavia, rispetto agli ultimi banchetti il menù è meno pantagruelico e le portate più appetitose, vedasi la sostanziosa infornata iniziale Let’s Get This Over (alla Joe Jackson)-I Left My Body (alla Weezer)-All Time What (alla Teenage Fanclub)-By The Time You Get This (alla Sparks): nessuna di esse sarà la nuova Don’t Let’s Start ma, insomma, possiamo anche accontentarci.

Da lì in avanti si cerca di soddisfare un po’ tutti i commensali, con nel taschino quel camaleontismo rundgreniano che riesce ancora a fargli gioco: per consolare i nostalgici piovono cristalli velvettiani (The Bright Side), bozzetti da avanspettacolo (il Randy Newman di Mrs. Bluebeard, la Bonzo Dog Doo Dah Band della title track) e improbabili compromessi tra le due fronde (The Greatest, un po’ alla Sparklehorse); per accattivarsi gli indecisi spuntano invece smagliature acid-jazz (Push Back The Hands) o schegge di rap delocalizzato (Lake Monsters e McCafferty’s Bib, tra Beck e Ariel Pink), mentre risultano più difficili da inquadrare certe sfuriate sopra le righe (An Insult To Fact Checkers e When The Light Comes On ricordano rispettivamente i Social Distortion e i Bad Religion).

Trascorrono minuti piacevoli, ma a lungo andare permangono grosse perplessità su un suono fin troppo addomesticato e una scaletta almeno in parte sacrificabile senza patemi. E’ però nel bel mezzo di queste considerazioni che arriva in zona Cesarini Last Wave, a ricordarci che stiamo ascoltando una delle poche sigle capaci di conciliare l’immediatezza del rock alternativo con la fantasia del pop d’autore. Ok, per me può andare.
Superfluo e stucchevole quanto si vuole, I Like Fun riesce ad aggiudicarsi la promozione per un banalissimo motivo: partorire melodie così snelle e briose dopo oltre trent’anni di carriera è tutt’altro che scontato, e la sciocca ostinazione nel dissipare la propria bravura finisce solo col renderci più simpatici questi eterni nerd che, c’è da giurarci, sono già al lavoro sul prossimo episodio. Divertendosi come pazzi.

Tracklist
1. Let’s Get This Over With
2. I Left My Body
3. All Time What
4. By The Time You Get This
5. An Insult To The Fact Checkers
6. Mrs. Bluebeard
7. I Like Fun
8. Push Back The Hands
9. Microphone
10. The Bright Side
11. When The Light Comes On
12. Lake Monsters
13. McCafferty’s Bib
14. The Greatest
15. Last Wave

[lo trovi anche su Ondarock]

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2 pensieri su “[Ascolti] They Might Be Giants – I Like Fun (Idlewild, 2018)

  1. Pingback: [Monografia] Joe Meek | WAREHOUSE: SONGS AND STORIES

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